Uiguri, la Cina taglia le nascite della minoranza musulmana (anche con la sterilizzazione)
Dopo la doppia inchiesta sulle informazioni non diffuse riguardanti il Coronavirus, l’Associated Press è tornata a pungere la Cina, questa volta sulla questione Uiguri. Secondo la testata giornalistica statunitense, infatti, il paese asiatico sta limitando le nascite della minoranza musulmana in favore di quella degli Han, gruppo etnico maggioritario nel paese asiatico.
Uiguri e Cina: cosa sta succedendo?
La nuova inchiesta dell’AP ha fatto emergere che, negli ultimi 4 anni, Pechino ha condotto numerose strategie per limitare la crescita demografica del popolo degli Uiguri nello Xinjiang, in particolare nell’estremo ovest. L’articolo riporta documenti, statistiche e interviste con alcuni esperti che hanno anche parlato di un vero e proprio “genocidio demografico“.
Come avviene il blocco delle nascite?
L’AP rivela che la limitazioni delle nascite nei confronti degli Uiguri avviene con l’uso di stratagemmi che violano i diritti umani delle vittime. Nel dettaglio, il governo cinese “sottopone regolarmente le donne delle minoranze etniche a controlli di gravidanza e forza l’uso di strumenti contraccettivi, la sterilizzazione e l’aborto“.
La strategia cinese avrebbe già ottenuto i suoi tragici obiettivi: “I tassi di natalità nei territori popolati per la maggior parte dagli Uiguri, come Hotan e Kashgar, sono precipitati di oltre il 60% dal 2015 al 2018″. Inoltre, “in tutta la regione dello Xinjiang, i tassi di natalità continuano a precipitare, scendendo di quasi il 24% solo lo scorso anno – rispetto al solo 4,2% a livello nazionale, mostrano le statistiche”. Un vero e proprio spettro di pulizia etnica.
Altre forme di convincimento per tagliare le nascite degli Uiguri
Le misure di controllo perpetrare dal governo locale vengono fatte rispettare anche attraverso minacce e intimidazioni di detenzione di massa. “Avere troppi figli – si legge – è una delle ragioni principali per cui le persone vengono mandate nei campi di detenzione, con i genitori di tre o più figli strappati alle loro famiglie a meno che non possano pagare enormi multe”.
A confermare questo scenario, come sempre, ci sono le statistiche: ad esempio, su 484 detenuti nel campo nella contea di Karakax (Xinjiang), 149 erano lì per aver dato alla luce troppi figli. Tra l’altro, nei centri di detenzione le donne sono costrette a subire l’installazione di dispositivi intrauterini (IUD) e a frequentare lezioni di pianificazione su quanti bambini dovrebbero avere. Tra l’altro, un altro dato emerso riguardano proprio gli IUD. Sempre nello Xijiang, nel 2014 sono stati utilizzati più di 200 mila dispositivi, nel 2018 aumentati del 60%.
Crollo delle nascite degli Uiguri: a cosa sta puntando la Cina?
A detta degli esperti, ci sarebbe “un piano orchestrato dallo Stato” contro gli uiguri – uno scenario che abbiamo spesso denunciato nel nostro sito. In pratica, la Cina starebbe sottoponendo con forza una “rieducazione politica e religiosa” nei confronti delle minoranze in questi centri di detenzione (secondo alcuni, sono Gulag) per ampliare sempre più il processo di sinizzazione.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante