Aref International Onlus all’VIII Conferenza dei Tibet Support Groups
Dharamsala, 3-5/11/2019 – L’obiettivo dei Tibet Support Group (TSGs), sia nella riunioni internazionali che locali, è sempre quello di tenere alta l’attenzione sulle politiche attive a favore del Tibet, intensificando gli sforzi mirati al raggiungimento della Libertà per il Popolo Tibetano.
Tibet Support Groups, breve cronistoria
La prima di queste riunioni internazionali si è tenuta a Dharamsala nel Marzo del 1990. Altre ne sono susseguite in diverse parti del mondo: la seconda a Bonn nel 1996, la terza a Berlino nel 2000, la quarta a Praga nel 2003, la quinta a Bruxelles nel 2007, la sesta in India nei pressi di Delhi nel 2010, la settima di nuovo a Bruxelles nel 2016 e l’attuale ottava a Dharamsala. Cui si sono aggiunte: un meeting speciale a Delhi nel 2008 e un secondo meeting speciale a Dharamsala nel 2012.
Avevo partecipato, nel 2008 a un meeting locale a Gurgaon (Delhi) e la sensazione di grande entusiasmo e carica energetica, che avevano accompagnato quell’incontro, si è ripetuta in questa occasione. Che ha visto la partecipazione di 180 delegati provenienti da 42 Paesi del mondo. E relatori provenienti da Tibet, Hong Kong, East Turkestan, Sud Mongolia, Taiwan, India, Sud Africa, U.K, Australia, China e America.
Il nostro report sull’ottava edizione del Tibet Support Groups
I lavori della Conferenza sono stati preceduti, nella serata di sabato 2 Novembre, da una performance di danze rituali presso il Tibetan Institute of Performing Arts (TIPA).
Nella giornata successiva, domenica 3 Novembre, sono iniziati i lavori della Conferenza. Kuldeep Chand Agnihotri (Bharat Tibbat Sahyong Manch) è stato Maestro di cerimonia della Prima Sessione Plenaria e i lavori sono stati aperti da Lobsang Sangay (Sikyong della CTA) e da Pema Yungney (Speaker del 16° Parlamento Tibetano in Esilio). È seguita la II Sessione Plenaria sulla situazione dei Diritti Umani in Tibet. E la III Sessione Plenaria con il “Briefing on Political Support for Tibet“, di cui è stato moderatore Marco Antonio Karam (Direttore della Casa Del Tibet, Mexico).
Subito dopo il pranzo, sono preseguiti i lavori. Con la IV Sessione Plenaria, moderata da Martin Bursik (Former Deputy Prime Minister, Czechs Support Tibet, Czech republic), cui è intervenuto Tempa Gyaltsen Zamlha (Environmental and Development Desk, Tibet Policy Institute, DIIR) dal titolo “A new Climate Reality on the Tibetan Plateau“. E con la V Sessione Plenaria, articolata in due parti. La prima, moderata da Gunther Cologna (International Tibet Network, ITN, Co-Chair, South Tyrol), con l’intervento di Michael Van Walt (Executive president of Kreddha, USA) dal titolo “Speaking Truth to Power regarding China’s Claim to Tibet“. E la seconda con l’intervento di Tenzin Jingdal e Mandie McKeown, dal titolo “Overview of activities and progress since last ITSGs Meeting“.
È seguito l’Open Forum con Lobsang Sangye, Sikyong (Presidente della CTA), con il Ven. Shuei Kobayashi (Japan Committee for Tibet, Japan) in qualità di moderatore.
Quali sono state le tematiche principali?
Dopo il break, sono iniziati i Lavori di Gruppo per sviluppare le principali tematiche su come fare pressione per approvare la legislazione sul Tibet nei rispettivi Governi e sulla Campagna di promozione della situazione dei diritti umani e del degrado ambientale in Tibet presso le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali.
La giornata di lunedì 4 Novembre è iniziata molto presto con un’udienza di oltre due ore che il Dalai Lama ha regalato a tutti partecipanti ai Gruppi di Lavoro, presso la Sua residenza. E nel corso della quale ha condiviso sia l’importanza di preservare la lingua, cultura, tradizioni e ambiente naturale del Tibet, che quella di perseguire i valori umani e proteggerne i diritti inalienabili. Ricordando che il supporto alla causa del Tibet corrisponde a quello per l’umanità intera.
La sintesi dei lavori
Subito dopo, sono proseguiti i lavori dei Gruppi per l’intera giornata. E gli stessi sono continuati anche nella giornata successiva, martedì 5 Novembre, quando è stata presentata, da parte dei rappresentanti di ciascun Gruppo, la sintesi dei lavori. Insieme alle considerazioni e pareri per le tematiche da porre in agenda, in ordine prioritario, secondo le scelte operate da ciascuno dei partecipanti. Tra queste: Clima e Ambiente (112 voti); Istituti Confucio (101 voti); Reincarnazione (93 voti); mantenimento dei valori e sfida all’espansionismo da parte della Cina (88 voti); Panchen Lama (86 voti); tutela del reciproco accesso al Tibet (85 voti); attuazione di un supporto legislativo parlamentare (79 voti); tutela dei diritti linguistici, inclusa la campagna per Tashi Wangchuk (70 voti); Cyber security e sorveglianza (69 voti); Belt and Road “nuova Via della Seta” (58 voti); Campagna contro le scelte operate dalla Apple (23 voti).
La relazione conclusiva dei TSGs
Nella relazione conclusiva dei lavori, è stata espressa una profonda preoccupazione per quanto riguarda il Tibet occupato dove al procedere “di male in peggio” dei fatti non si rileva alcun segno che il Governo della Repubblica Popolare Cinese (PRC) sia interessata a negoziati con i Rappresentanti del Dalai Lama o della Central Tibetan Administration (CTA) per risolvere il conflitto causato dall’occupazione illegale del Tibet e la repressione ai danni del suo Popolo.
Per queste ragioni, nel documento finale della Conferenza, è stata avanzata al Governo Cinese la richiesta di riprendere i dialoghi, sulla base della Genuina Autonomia (Middle Way Approach) e l’impegno, da parte di UN e membri della Comunità internazionale, a che ciò si possa realizzare. Deplorando la posizione di quei Governi che sostengono la PRC, a dispetto delle continue violazioni dei diritti umani, perpetrate ai danni del Tibet. E non solo di questo Paese …
L’importanza del clima e della libertà di religione
In aggiunta, nel considerare il ruolo critico del Tibet, come “Terzo Polo” nei cambiamenti climatici globali, è stata sottolineata l’importanza di inserire, nel dibattito per il Clima, il Tibet quale tema irrinunciabile e cruciale. Per quanto riguarda poi il tema della libertà religiosa – anche a sostegno della decisione assunta da parte del Terzo Meeting speciale dei Tibetani, tenutosi a Dharamsala nello scorso ottobre – è stato ribadito come tutte le decisioni relative alla reincarnazione del XIV Dalai Lama siano di esclusiva competenza del Dalai Lama stesso e del suo Gaden Podrang. Mentre tutte le interferenze da parte della PRC su questo tema devono essere considerate illegittime, condannabili e soggette a sanzione da parte della Comunità internazionale.
La Conferenza si è conclusa sottolineando come la lotta per la Libertà del Tibet sia la lotta di ogni essere umano per la Libertà e per la giustizia. Richiamando, per questa ragione, la comunità internazionale a supportarla, insieme a quella di tutti gli altri popoli che “soffrono sotto la politica repressiva della PRC e che sono deprivati della propria libertà. Perché nessun essere umano può essere davvero libero fino a quando altri esseri umani vengono oppressi”.
Nulla volendo togliere all’importanza della Conferenza e di come la stessa è stata condotta, non posso fare a meno di riportare qualche voce di dissenso, specialmente mirata a sottolineare che, non trattandosi di un incontro della CTA ma di tutti i Gruppi di supporto alla causa del Tibet, sarebbe stato doveroso non indicare unicamente la Middle Way (Genuina Autonomia) nel documento conclusivo. Che, in questo modo non rappresenta chi crede nella piena Indipendenza e lotta per il raggiungimento di questo fine comune.
Nella giornata di mercoledì 6 Novembre, infine, si sono svolti i lavori di follow up della Conferenza dell’International Tibet Network (ITN).
C’è, infine da ricordare, che nel corso della Conferenza è stato presentato il libro “TIBET WAS NEVER PART OF CHINA“, reso disponibile nel sito della Central Tibetan Administration (CTA).
Articolo di Marilia Bellaterra