Sikyong Penpa Tsering ospite al Parlamento Estone
Il Sikyong Penpa Tsering, Leader del governo Tibetano in esilio, è stato in Estonia a rappresentare davanti al Parlamento il popolo tibetano.
Quando, nel 1967, Penpa Tsering è nato in un campo profughi in India, anche l’Estonia era un paese occupato, essendo parte dell’URSS, e lottava per l’indipendenza. Oggi per il leader tibetano è significativo essere ospite del Parlamento Estone: molti paesi europei preferiscono rinunciare a invitare diplomatici tibetani per evitare l’ostilità cinese.
Il Sikyong al Parlamento
Penpa Tsering ha raccontato la sua esperienza e l’esilio del suo popolo, ha portato l’attenzione sulla minaccia delle boarding school cinesi e sull’importanza di preservare l’identità del popolo tibetano, obiettivo prioritario rispetto alla sua indipendenza. “In base alla situazione attuale, la cosa più importante in questo momento è preservare la nostra identità. Questo è il motivo per cui Sua Santità il Dalai Lama ha proposto l’approccio della via di mezzo, pensando innanzitutto al nostro popolo. Vogliamo dare l’esempio risolvendo il conflitto in modo non-violento, perchè la violenza genera violenza, non è una soluzione e crea ulteriori problemi nel futuro. Per questo ci stiamo impegnando per una maggiore autonomia”.
A seguito della scomparsa dell’XI Panchen Lama, appena riconosciuto dal Dalai Lama, la Cina ha imposto la propria scelta in sua sostituzione. Ha riferito il Sikyong: “quando il Panchen Lama scelto dalla Cina visita il Tibet, le persone vengono pagate per andarlo a incontrare o per ascoltarlo – solo per mostrare al mondo che i tibetani lo riconoscono come Panchen Lama”. Ha anche aggiunto: “Al momento il nostro più grande alleato sono gli Stati Uniti, perchè sono l’unico stato ad avere una legge sul Tibet. Il Tibetan Policy Act del 2002, ora emendata con il Tibetan Policy and Support Act del 2020, riguarda anche la reincarnazione del Dalai Lama: Sua Santità è responsabile della reincarnazione, non il governo cinese o qualunque altro governo. Ora stiamo anche lavorando con il Congresso per approvare una legge che contrasti la propaganda cinese e la falsificazione della storia tibetana”.
La risposta di Pechino
La visita del leader Tibetano al Parlamento Estone non è passata inosservata dalle autorità cinesi. Le dichiarazioni del portavoce dell’ambasciata cinese in Estonia al riguardo si possono trovare sul sito dell’ambasciata cinese. “Il così detto Governo Tibetano in esilio è un gruppo politico assolutamente separatista e un’organizzazione illegale che viola completamente le leggi e la Costituzione Cinese. Non è riconosciuto da alcun paese al mondo. La Cina si oppone fermamente a ogni forma di contatto tra questa organizzazione e qualunque paese per qualsiasi motivo. La Cina sollecita i principali partiti Estoni a rispettare la sovranità cinese e l’integrità territoriale, a non intromettersi negli affari interni cinesi sotto il pretesto di questioni legate al Tibet e a evitare di compromettere lo sviluppo positivo delle relazioni tra Cina ed Estonia. La Cina adotterà le misure necessarie per tutelare con risolutezza la propria sovranità, sicurezza e integrità territoriale.”
Il Sikyong non si è mostrato scoraggiato: “è il mio lavoro. Io devo fare il mio lavoro. Il nostro popolo sta soffrendo in Tibet, io devo rappresentarlo. Siamo stati a Tallinn, siamo stati a Helsinki. Io credo che il governo e il popolo Estone capiscano molto bene come schierarsi dalla parte giusta della storia”.
Qui l’articolo completo pubblicato da ERR il 30 gennaio 2024.