Sciopero della Fame per 3 attivisti Tibetani (New Delhi) – aggiornamenti dal 10/09/2015 – 32° giorno (10/10/2015)
Dal 10 settembre, a Delhi, tre membri dell’esecutivo del Tibetan Youth Congress (TYC), l’organizzazione che conta il maggior numero di sostenitori dell’indipendenza del Tibet, stanno attuando uno sciopero della fame a tempo indeterminato a Jantar Mantar. Il loro gesto di estrema protesta è iniziato a due giorni di distanza dalle tendenziose celebrazioni organizzate dalla Cina in occasione del 50° anniversario della costituzione della cosiddetta Regione Autonoma Tibetana.
I tre attivisti digiunatori sono il Vice Presidente del TYC Tamdin Hrichoe, Tsewang Dolma, Segretario alle Informazioni e Relazioni Internazionali e Tenzin Wangchuk, Segretario alle Finanze. “In un recente Libro Bianco la Cina ha dichiarato che quella attuale è l’Età d’Oro del Tibet” – ha fatto sapere Tenzin Jigme, Presidente dell’organizzazione. “In realtà, dal 2009, 143 tibetani si sono autoimmolati con il fuoco all’interno del paese, ma la Cina, anziché soddisfare le loro richieste ha esacerbato la repressione in tutto il Tibet e ha duramente criticato il Dalai Lama, leader spirituale dei tibetani. Inoltre, 6000 tra templi e monasteri sono andati distrutti in seguito all’occupazione, migliaia di famiglie sono state forzatamente riallocate e nel paese imperversano l’oppressione e la discriminazione. Certamente questa non è l’Età d’Oro ma l’Età più Oscura della storia del Tibet e non vi è nulla da celebrare”. Tenzin Jigme ha aggiunto: “al fine di sostenere le richieste di quanti si sono autoimmolati ci rivolgiamo alle Nazioni Unite che riteniamo debbano immediatamente intervenire e attribuire alla Cina la responsabilità delle sue azioni … Con questo sciopero della fame ad oltranza intendiamo scuotere l’apatia delle Nazioni Unite e dei capi di governo di tutto il mondo”.
Le richieste dei digiunatori si articolano in cinque richieste:
- agli stati membri delle Nazioni Unite di sollevare la questione del Tibet all’Assemblea Generale e alla Sessione del Consiglio per i Diritti Umani
- alla Cina di prendere in considerazione le richieste degli autoimmolati
- alla Cina di dimostrare che l’XI Panchen Lama è ancora vivo
- che sia inviata in Tibet una delegazione delle Nazioni Unite per verificare la criticità dell’attuale situazione all’interno del paese.
- alla Cina la liberazione di tutti i prigionieri politici
Messaggi di solidarietà possono essere inviati ai digiunatori al seguente indirizzo e-mail: tyc@tibetanyouthcongress.org
Oppure si può firmare la petizione rivolta a Ban Ki Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, al seguente sito web:
https://secure.avaaz.org/en/petition/United_Nations_Stand_up_for_Tibet/?npTRLjb