Nuovo rapporto trilingue della CTA: “Il Tibet non è mai stato parte della Cina. Ma l’approccio della ‘Via di Mezzo’ resta una soluzione praticabile”

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Nuovo rapporto trilingue della CTA: “Il Tibet non è mai stato parte della Cina. Ma l’approccio della ‘Via di Mezzo’ resta una soluzione praticabile”

Il 30 ottobre 2018 il Dipartimento dell’Informazione e Relazioni Internazionali (DIIR) dell’Amministrazione Centrale Tibetana (CTA) ha lanciato un rapporto trilingue dal titolo “Il Tibet non è mai stato parte della Cina. Ma l’approccio della Via di Mezzo resta una soluzione praticabile“. Il report, pubblicato in lingua tibetana, inglese e cinese, è stato presentato presso l’India International Center, sulla Lodhi Road, dal prof. Anand Kumar e dal presidente della CTA, il dott. Lobsang Sangay.

Si tratta di un report che persegue l’idea della Middle Way del Dalai Lama, ovvero la richiesta di una “genuina autonomia” del Tibet (di religione, lingua e cultura) sotto il Governo di Pechino. La questione è in piedi da oltre 50 anni, sono state molte le visite ufficiali portate avanti da diversi inviati tibetani recatisi nella Repubblica cinese in merito. Con questo materiale, si apre lo scenario a nuovi sviluppi.

Anand Kumar: “Il Tibet è l’esempio del socialismo cinese fallito”

La realtà tibetana è uno specchio per quelli che credono nella nozione cinese del socialismo. Una nozione fallita“. A dirlo è il prof. Anand Kumar, rivolgendosi a studiosi e giornalisti accorsi alla presentazione del documento.

Secondo il professore, il Tibet è l’inizio della soluzione per raggiungere la pace del mondo, contro un’imperialismo senza futuro. “La libertà nel Tibet garantisce la sicurezza dell’India. Perciò, ignorare la tragedia tibetana è come vivere nella negazione“, ha poi aggiunto Anand Kumar. “La nostra comprensione è che in Tibet si trovi la chiave per la stabilità asiatica“.

Lobsang Sangay e il rapporto trilingue: “Il Tibet non è un paradiso socialista”

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Lobsang Sangay

Il presidente della CTA Lobsang Sangay ha delineato l’introduzione e il contesto del rapporto trilingue presentato di fronte a una nutrita folla di partecipanti. Un’occasione nella quale Lobsang Sangay ha voluto ricordare “le 152 auto-immolazioni tibetane” che mostrano quanto “il Tibet non è un paradiso socialista e che i tibetani non sono padroni della propria terra“.

Il documento non serve solo a confermare quanto la “Via di Mezzo” sia la soluzione più auspicabile, ma è un richiamo formale a riprendere un dialogo tra gli inviati del Dalai Lama e i rappresentati cinesi. Inoltre, il leader politico del Tibet in esilio ha aggiunto che “per i tibetani, l’informazione è un bene prezioso. Severe restrizioni sul modo di esprimersi, accompagnate da una campagna di disinformazione incessante, generano fatti, conoscenze e verità che diventano inestimabili. Questo riguarda il Tibet da molto tempo. Indipendentemente da quanto la Repubblica cinese tenti di oscurare il mondo del Tibet, fintanto che i tibetani e i loro sostenitori continuano a pubblicare e promuovere informazioni che rivelano la verità su ciò che accade nella regione, la spinta per i diritti dei tibetani continuerà. Questo rapporto segna l’attuale contributo del CTA a questo sforzo“.

Sonam Norbu Dagpo: “Il rapporto trilingue è un nuovo strumento contro la disinformazione”

Durante la conferenza, è intervenuto anche il Segretario delle Relazioni Internazionali del DIIR, nonché portavoce della CTA, Sonam Norbu Dagpo: “Questo rapporto cerca di fornire uno strumento per rafforzare la sfida contro la disinformazione sul Tibet. Risorse come questa pubblicazione sono un mezzo vitale per farlo. Si basa su precedenti lavori della CTA e anche su fonti di altri governi, organizzazioni della società civile e studiosi di tutto il mondo che non hanno evitato di rivelare le realtà presenti in Tibet. Queste fonti invariabilmente fanno affidamento sui tibetani in Tibet che rischiano la vita e i mezzi di sussistenza per rivelare informazioni al mondo esterno“.

“Una panoramica delle questioni tibetane più urgenti”

Il rapporto è organizzato in nove capitoli – ha detto Dhardon Sharling, Segretaria per le Informazioni del DIIR – che coprono le autoimmolazioni, i diritti umani, il genocidio culturale, la storia dello stato del Tibet, l’ambiente, l’urbanizzazione, lo sviluppo economico, la reincarnazione del Dalai Lama e la politica della Via di mezzo. I capitoli mirano a essere approfonditi ma scorrevoli. Dato che ogni argomento potrebbe essere un libro a sé stante, il report serve come una panoramica delle questioni più urgenti in Tibet per coloro che sono coinvolti o interessati alla causa tibetana“.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante