Liu Xiaobo, dissidente cinese e Premio Nobel per la Pace è deceduto (13/07/17)
Si è compiuta oggi una tragedia annunciata. Liu Xiaobo, dissidente cinese e premio Nobel per la Pace è deceduto oggi per un cancro al fegato. E con lui la Cina ha perso uno dei maggiori testimoni delle libertà democratiche.
Liu Xiaobo, premio Nobel per la Pace 2010, intellettuale dissidente cinese, è morto 18 giorni dopo essere stato scarcerato in extremis – secondo il ben noto stile del Governo di Pechino volto a evitare che i prigionieri politici muoiano in stato di prigionia – per le sue difficili e complicate condizioni di salute. Come è noto, lo scrittore stava scontando una pena detentiva di 11 anni in seguito alla pubblicazione del manifesto Charta 08, il 10 dicembre 2008. Nel 2009 ha subito il processo e la condanna e da allora era recluso con l’accusa di sovversione. Non ha potuto mai ritirare il premio Nobel per la Pace conferitogli nel 2010 per il suo pacifico impegno per i diritti umani in Cina. L’immagine della “sedia vuota” su cui era stata poggiata l’importante onorificenza, aveva fatto il giro del Mondo.
Pochi giorni fa, due medici stranieri lo hanno potuto visitare, confermando la diagnosi del cancro al fegato ma indicando come possibile un suo trasferimento all’estero per migliori cure. Anche questo diritto gli era stato negato. Le ultime intenzioni di Liu Xiaobo erano quelle di emigrare in un altro Paese ospitale dove portare con sé sua moglie Liu Xia in modo che potesse vivere senza rischiare ripercussioni per il suo legame con il condannato.
Liu Xiaobo, durante la sua vita, era stato incarcerato già tre volte e la sua prima moglie si trasferì negli Stati Uniti con il figlio. Liu Xia è la sua seconda moglie e gli è stata accanto nonostante tutte le difficoltà e ora potrebbe risentire ulteriormente del passato scomodo dell’attivista che tornò dagli Stati Uniti, dove insegnava, per partecipare alla movimentazione di piazza Tienanmen. Nel documento che gli ha tolto per sempre la libertà, Charta 08, pubblicato in occasione dei 60 anni dalla Dichiarazione ONU sui diritti Umani, chiedeva diversi punti riformisti, sui diritti e libertà fondamentali, la fine del partito unico e libere elezioni. Nella sua carriera è stato docente, critico letterario e scrittore. Si è spento a 61 anni.
AREF International vuole ricordare l’attenzione di Liu Xiaobo anche alla questione del Tibet.