Hong Kong: cosa sappiamo sull’arresto dell’attivista Joshua Wong?
Nuovo turbolento pomeriggio a Hong Kong. Giovedì 24 settembre 2020 intorno alle 15:00 locali (ore 9:00 italiane), infatti, sulla pagina Facebook di Joshua Wong è apparso un post in cui è stata data notizia del suo arresto dalle Forze dell’Ordine di Hong Kong. Facciamo il punto della situazione.
L’arresto di Joshua Wong: il racconto sui suoi social
Uno dei principali attivisti per la democrazia a Hong Kong, il 23enne Joshua Wong, è stato arrestato quest’oggi dalle autorità dell’ex colonia britannica, insieme all’attivista veterano 74enne Koo Sze-yiu, in cura per un cancro in fase avanzata (The Guardian).
La notizia è stata diffusa proprio dai canali social ufficiali del giovane, principalmente su Facebook e Twitter: l’arresto sarebbe avvenuto intorno alle 13:00 ore locali per aver partecipato a un’assemblea non autorizzata del 5 ottobre 2019 (in occasione delle iniziative contro la legge sull’estradizione) e per aver violato “la draconiana legge anti-maschera, che in precedenza era stata dichiara incostituzionale dalla Corte d’Appello”.
Com’è stato possibile l’arresto per fatti avvenuti un anno fa? Per colpa della legge sulla sicurezza nazionale che, lo ricordiamo, ha carattere retroattivo. Già nei primi giorni della sua applicazione, di fatto, molti manifestanti pro-democrazia sono stati arrestati a causa di questa normativa. Ricordiamo, ad esempio, il caso di Agnes Chow, altra attivista e tra i nomi fondatori dell’ex Demosisto, la quale ora rischia l’ergastolo.
Tuttavia, dopo qualche ora, Wong è stato rilasciato. Il giovane stesso dà la notizia su Facebook alle 15:00 circa (ore di Hong Kong), consegnando ulteriori aggiornamenti sul caso: “Ciao, sono tornato. Ho lasciato la stazione centrale di polizia. L’udienza del tribunale è prevista per il 30 settembre 2020 alle 14:30”.
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Contemporaneamente, Joshua ha aperto un thread su Twitter, nel quale amplia ancora di più le informazioni in suo possesso:
“Non c’è nulla da festeggiare per il mio rilascio stranamente rapido. Il caso sarà menzionato alla Corte dei magistrati orientali il 30 settembre 2020 alle 14:30, il giorno prima della decisione della Cina di approvare l’arresto degli attivisti #12youths e della sua giornata nazionale (della Repubblica Popolare Cinese, ndr). La pena di 5 anni di carcere per riunione non autorizzata e 1 anno per aver indossato una maschera non mi scoraggia, ogni volta che penso agli altri manifestanti che stanno lottando per la detenzione a Hong Kong o nella Cina continentale. L’arresto di oggi è un famigerato abuso per il sistema di giustizia penale, in quanto le accuse erano state dichiarate incostituzionali in precedenza. Tuttavia, scelgo di non arrendermi.”
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Un messaggio simile è apparso anche sulla sua pagina Facebook.
Cos’è #12youths?
L’hashtag #12youths si riferisce ad alcuni fatti avvenuti il 23 agosto 2020, quando le autorità cinesi hanno arrestato, con detenzione penale, 12 cittadini di Hong Kong, i quali avevano tentato di recarsi illegalmente (in base alla legge cinese) a Taiwan – meta spesso scelta dai manifestanti pro-democrazia dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza nazionale. Sono chiamati “youths” in quanto gli arrestati hanno età compresa tra i 16 e i 33 anni.
La portavoce del ministero degli Esteri della Cina, Hua Chunying, ha twittato che non sono “attivisti democratici”, ma “elementi che tentano di separare Hong Kong dalla Cina”.
Joshua Wong e il timore dell’arresto: “È imminente”
Secondo quanto specificato da Il Post, il 28 agosto 2020 Joshua Wong aveva rilasciato alcune dichiarazioni al Financial Times con le quali anticipava un suo possibile arresto: “Quando mi arresteranno, potrei essere estradato in Cina immediatamente. Certo, questo è lo scenario peggiore. Ma molte persone mi chiedono ‘Sei pronto?’ e io rispondo che naturalmente nessuno può essere pronto a venire condannato a restare in un campo di detenzione a Pechino per sempre”.
Non è la prima volta che Joshua Wong viene arrestato per aver portato avanti azioni in favore della democrazia a Hong Kong. Come riporta la BCC, ad agosto l’attivista era tra i 24 arrestati per aver partecipato a una veglia a lume di candela per l’anniversario del massacro di piazza Tiananmen.
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Nathan Law: “Contatti con gli altri attivisti? Li metterei in pericolo”
La problematica e complessa difficoltà per gli attivisti pro-democrazia di restare in contatto tra loro ci era già stata raccontata da Nathan Law nella sua prima uscita pubblica europea, avvenuta a Roma. In quell’occasione, siamo riusciti a fargli qualche domanda.
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Articolo di Angelo Andrea Vegliante
Fonte foto: pagina facebook Joshua Wong
Note: l’articolo è aggiornato alle 13:58 del 24 settembre 2020