Hong Kong, arrestati due attivisti della democrazia. Le critiche: “La polizia altera la storia”
Dopo neanche 24 ore dalla prima apparizione pubblica europea di Nathan Law a Roma, Hong Kong torna prepotentemente nelle cronache internazionali. Stavolta, la polizia locale – forte della tanto discussa e temuta nuova legge sulla sicurezza nazionale – ha arrestato 2 parlamentari dell’opposizione pro-democrazia dell’ex isola britannica.
Stiamo parlando di Lam Cheuk-ting e Ted Hui Chi-fung. Entrambi prelevati dalle forze dell’ordine durante un’operazione che ha portato all’arresto in totale di 16 persone.
Hong Kong e l’arresto dei parlamentari per i fatti del 2019: ecco cosa sappiamo
Secondo quanto riportato dalla BBC, Lam Cheuk-ting e Ted Hui Chi-fung sono stati arrestati per i fatti accaduti il 21 luglio 2019 alla stazione di Yuen Long – all’epoca le proteste di Hong Kong riguardavano un’altra normativa, la legge sull’estradizione.
Diverse le accuse che pendono sopra le teste dei due parlamentari riguardo ai fatti dello scorso anno (per la validità retroattiva della legge sulla sicurezza nazionale): per Lam, c’è cospirazione per danneggiamento di proprietà e intralcio alla giustizia; per Hui, oltre a ostacolo alla giustizia, accesso alla rete con intenti criminali e danni penali.
Cos’è successo a Yuen Long e cosa sta succedendo oggi?
Il 21 luglio 2020, alla stazione di Yuen Long, sarebbe andato in scena un attacco da parte della criminalità organizzata (secondo Repubblica, relazionati a Pechino) contro attivisti e passanti che tornavano da una manifestazione organizzata in favore della democrazia per Hong Kong. In relazione a quegli eventi, è sempre stato sottolineato il tardivo intervento della polizia, accusata di aver impiegato ben “39 minuti” prima di raggiungere il posto.
Ora però, complice questi arresti, la polizia starebbe riscrivendo la storia di quanto accaduto. Tale accusa è arrivata direttamente da dichiarazioni di alcuni consiglieri distrettuali di Yuen Long: “Loro [la polizia] ha alterato la storia e cancellato i fatti in modo da cambiare l’opinione pubblica, aumentare il morale delle forze e consolarsi” (Hong Kong Free Press).
Ciononostante, in una conferenza stampa di mercoledì, il sovrintendente Chan Tin-chu ha diramato alcune informazioni che gettano ancora più confusione sull’accaduto. Secondo Chan, i live streaming dell’incidente non mostrerebbe il quadro completo della storia, la vicenda riguarderebbe una guerra tra gruppi rivali “alla pari” e l’intervento della polizia sarebbe giunto in “18 minuti”.
Tuttavia, secondo Anthony Dapiran, un avvocato testimone delle proteste, le forze dell’ordine starebbero cercando di “riscrivere la narrazione di uno degli eventi più documentati e trasmessi in diretta dello scorso anno”, definendolo un vero e proprio “gaslighting di prim’ordine”.
Nathan Law a Roma: “Dobbiamo affrontare le violazioni dei diritti umani”
Ventiquattro ore prima l’attivista per la democrazia Nathan Law ha rilasciato alcune dichiarazioni proprio in merito alle violazione dei diritti umani perpetrate dalla Cina nei confronti di diverse realtà, tra cui Hong Kong. Raggiunto da Aref International Onlus, ha condiviso la sua opinione sul caso Agnes Chow.
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Articolo di Angelo Andrea Vegliante
Fonte immagine di copertina: Il Post