Europa e USA condannano l’intolleranza religiosa cinese
L’Europa e gli Stati Uniti d’America disapprovano la politica interna di intolleranza religiosa messa in atto dalla Cina, soprattutto in merito alle discriminazioni tibetane. Sono molti, infatti, i dubbi che serpeggiano tra i deputati delle due compagini sui metodi coercitivi cinesi. Così, nei giorni scorsi, hanno inviato messaggi significativi per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale.
Un rapporto europeo contro l’intolleranza cinese
In Belgio, l’Intergruppo del Parlamento europeo per la libertà di religione o credo e tolleranza religiosa ha classificato la Cina nel gruppo delle nazioni che violano pesantemente la libertà religiosa nel mondo. Più di preciso, la nazione asiatica si è macchiata di “violazioni gravi”. Questo significa che il Partito Comunista cinese trasgredisce il diritto internazionale della libertà di religione o di credo.
Le preoccupazioni sollevata dall’Intergruppo al Parlamento europeo riguardano principalmente le “severe restrizioni affrontate dai buddisti tibetani nel paese, anche al di fuori della regione autonoma del Tibet“. I buddisti tibetani, infatti “non sono liberi di venerare apertamente il Dalai Lama, fare proseliti in pubblico o incontrarsi in luoghi di culto non registrati“, come scritto in una relazione di settore. Inoltre, nel 2016, il governo cinese ha “ripetutamente offeso il Dalai Lama e l’ha accusato di blasfemia, rafforzando le sue restrizioni contro avvocati e difensori dei diritti umani“.
Il Regno Unito in India: “Solidarietà per la questione tibetana”
Il 26 settembre 2018, una delegazione del Regno Unito a Dharamshala (India) ha espresso pubblica solidarietà nei confronti dei monaci tibetani. Oltre a visitare la città indiana, la rappresentanza inglese, composta da Timothy Loughton (membro conservatore del Parlamento), Chris Law (partito nazionale scozzese) e Kerry McCarthy (partito dei lavoratori), ha ottenuto un’udienza privata con il Dalai Lama.
“Non è solo la causa del Tibet e del popolo tibetano. Se sei interessato alla causa del Tibet e del popolo tibetano, è perché sei interessato alla causa della giustizia e della legge naturale dell’intero pianeta“, ha dichiarato il Loughton in seguito all’incontro. “Il mio messaggio per la Cina – ha aggiunto il deputato Law – è che non c’è niente da temere per i tibetani stessi che si identificano da soli attraverso un processo democratico“.
USA: un nuovo ddl vieta il Visto ai funzionari cinesi che esprimono intolleranza
I funzionari cinesi che manifesteranno intolleranza religiosa non potranno richiedere un Visto per gli Stati Uniti. È quanto emanato dalla Reciprocal Access to Tibet Act, un nuovo disegno di legge bipartisan approvato il 25 settembre 2018 dal Congresso americano. In particolare, la nuova legge sanzionerà tutti i rappresentanti della Cina che negheranno ai cittadini americani, ai funzionari governativi e ai giornalisti l’accesso al Tibet. La decisione si fonda sul non rispetto del Partito Comunista cinese sul diritto diplomatico di reciprocità.
“Oggi è un grande giorno per i diritti umani” – ha dichiarato Jim McGovern, deputato democratico del Massachusetts, copresidente della Commissione per i diritti umani e principale autore della legge sul reciproco accesso all’Atlantico. “La politica estera americana dovrebbe inviare il messaggio che apprezziamo i diritti umani. Che stiamo con coloro che lavorano per la libertà. Che quei valori ci obbligano a parlare quando vediamo qualcosa di sbagliato. E che terremo conto di coloro che violano i diritti umani fondamentali a cui tutti hanno diritto“.
In questo modo, secondo McGovern, “stiamo compiendo un importante passo avanti a favore dei diritti umani dei tibetani. Stiamo riaffermando il nostro sostegno alla leadership del Dalai Lama e inviamo un messaggio al governo della Cina: diritti umani non sono negoziabili. Sostenere i diritti umani è la cosa morale da fare. È la cosa giusta da fare. Ed è la cosa americana da fare. Ho visto lo stretto controllo esercitato dal governo su praticamente tutti gli aspetti della vita quotidiana dei tibetani. E ho avuto persone che mi ringraziavano per esserci, ricordandole e lottando per i loro diritti“.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante