Dal 22 novembre 2006 al 7 giugno 2007
“tutte le guerre hanno una … fine”
nell’ambito del progetto promosso da parte de “La Gabbianella”
L’intervento, articolato nell’arco di cinque giornate, è stato realizzato a Roma, in via Luigi Chiarini, 400 sede del Plesso Vallerano della Scuola Elementare e dell’Infanzia 121° C.D. “Maria Badaloni” e ha visto coinvolti tutti i bambini delle classi IV C, V A, V B, con i loro insegnanti. L’intervento è stato condotto dal Presidente dell’Aref, coadiuvato da volontari dell’Associazione.
La seconda parte dell’incontro è stata realizzato a cura di AREF.
L’incontro è servito a “dare la cornice” e si è svolto con tutti i bambini delle tre classi, all’interno dell’aula dove era stata precedentemente allestita una mostra fotografica sulla condizione dei bambini tibetani.Ai bambini è stata illustrata la storia dell’occupazione del Tibet e il senso del vivere da rifugiati. Sono state anche mostrate molte immagini e molti oggetti di vita quotidiana che possano favorire la conoscenza di una cultura tanto lontana e “diversa”. Molte informazioni vengono richieste e condivise anche sulle caratteristiche ambientali del Tibet e sulle delicate condizioni di un ecosistema a grave rischio. Per i danni massicci della deforestazione. Per lo sfruttamento incontrollato delle risorse minerarie. Per lo sterminio di animali e specie protette, che si stanno estinguendo. Per l’approfondimento di queste tematiche, a ciascun bambino è stata data una dispensa (“Tibet: cosa c’è da sapere”) perché, dopo l’incontro fosse possibile approfondirne la lettura con l’aiuto delle insegnanti, già in possesso di una dispensa analoga, più articolata.
Sono stati, infine presentati e proiettati due video (“Bambini” e “Piccoli monaci”) contenenti immagini illustrative delle condizioni di vita e di studio in terra d’esilio. Al termine delle proiezioni e dopo aver posto molte domande, i bambini hanno continuato a visitare la mostra, con particolare interesse e curiosità.
22/03/2007 (4 ore) – Aref
Le frasi di commento dei disegni e dei poster danno il segno tangibile di quanto, pur nel breve tempo degli incontri, i bambini sappiano fare propri concetti che molti adulti non riescono né a pronunciare, se non in modo stereotipato, né tanto meno a mettere in pratica.
Tutti i disegni sono stati emozionanti. Una vera lezione. Non solo per il contenuto ma per l’immediatezza e lo slancio che i bambini hanno messo nel realizzarli.Come se avessero colto il centro e l’essenza del messaggio, proprio perché sintonico al loro vissuto e risuonante dentro di loro. Così che i poster che raccolgono i loro disegni potrebbero essere un testo guida p er il lettore adulto, oltre che un’opera artistica coinvolgente e articolata.
L’ultima parte della mattinata è stata trascorsa nell’aula laboratorio dove tutti gli alunni si sono riuniti insieme, dopo aver affisso sulle pareti i sei poster, per una riflessione comune sul lavoro svolto. Infine, in preparazione del lavoro da svolgere nella terza giornata, è stato illustrato il significato universale di mandala mostrando ai bambini molte immagini relative alle differenti forme di mandala esistenti in natura, arte, architettura, sia di tipo permanente (costruzioni, labirinti, strutture biologiche, ecc.) che impermanente.
Mandala che vengono realizzati, appunto, nel corso di questo terzo incontro. Bellissimo. Dove i bambini, suddivisi in piccoli gruppi, all’interno di ciascuna classe, hanno progettato e realizzato – in collaborazione e condivisione – il proprio mandala. Quattro o cinque per ciascuna classe. Tutti diversi nell’aspetto. Nelle tecniche, nei livelli di abilità. Nel metodo di lavoro. Tutti uguali nella struttura e nella logica. Ma soprattutto tutti uguali nell’impegno e nella capacità di integrare il contributo di ciascuno in un progetto comune. Cui appassionarsi con grandissima serietà, pur sapendo che, al termine, il lavoro di una intera mattinata sarà distrutto.
Ogni gruppo ha iniziato con un disegno, libero, ma iscritto all’interno della struttura geometrica di cerchi e quadrati propria del mandala. Poi il disegno è stato ricoperto con riso colorato.
Alcuni gruppi sono partiti “pretenziosi” con disegni molto sofisticati, che saranno poi impossibili da ricoprire con i chicchi di riso. Anche se qualcuno, comunque, ci prova. Mettendo un chicco alla volta, usando pinzette, righelli, cannucce di penne svuotate. E magari, alla fine, rinuncia al dettaglio, ricopre tutto con un miscuglio di colori. A volte un po’ dispiaciuto.
Più spesso contento del proprio disegno che resta, comunque, sul foglio anche se non si può più vedere.
Altri ancora hanno progettato, fin dall’inizio, uno schema più ampio, solo in apparenza più elementare, che ha consentito di seguire più facilmente il compito di riempire gli spazi, dando il c olore. Tutti hanno trovato un modo per collaborare. Per non intralciarsi, per migliorare il lavoro. progettando, facendo i turni, dandosi suggerimenti. Aspettando, anche, con pazienza, che ciascuno potesse completare, a suo modo, la parte che è stata scelta.
Tutti i disegni sono stati realizzati su fogli (40×60 cm.) e appoggiato su un supporto di compensato, successivamente ricoperto con riso di diversi colori.
Sono stati realizzati, complessivamente 13 mandala, alla cui realizzazione hanno partecipato circa 55 bambini. Le immagini seguenti sono relative a ciascuno dei 13 mandala e ai piccoli gruppi di bambini che li hanno realizzati.
In alcune classi si è lavorato in mezzo al rumore. Voci alte, oggetti scambiati, pareri, commenti. In altre con la musica di sottofondo. Mentre i bambini parlavano sottovoce, sorridenti, presi nello sforzo di coniugare il pensiero individuale con quello dei compagni e raggiungere, così, l’obiettivo complesso di un lavoro comune.
Sempre, comunque, con concentrazione altissima e attenti alla costruzione del “proprio” mandala. A quello degli altri si dedicherà attenzione solo alla fine. Per guardare, con stupore e con ammirazione, quello che è stato il frutto di un modo diverso di affrontare il lavoro. Sempre invogliante, fonte di nuove idee e stimoli. E sempre apprezzato.
Gli insegnanti sono stati ogni volta preziosi. Non si sono sostituiti mai. Hanno affiancato, sostenuto, rinviato alle capacità autonome dei singoli – e dei gruppi di appartenenza – le eventuali incertezze. E, crediamo, si sono divertiti. Anche nell’imprevedibilità di condividere la falsariga del progetto che è stata, volutamente, solo accennata. Affiancando sia gli operatori, sia i bambini, con una disponibilità sincera e con una partecipazione rilassata e sicura.
Alla fine ciascuno dei gruppetti si è messo in posa. Di fronte al proprio “capolavoro”. Per fissarne l’immagine. Piccolo cedimento alla tentazione di mantenere “permanente” quello che dopo poco sarebbe stato dissolto. Giusto per ricordarne la forma, attraverso gli occhi. Visto che resterà, comunque, in tutti – bambini e adulti – una traccia forte dell’esperienza fatta.
Al termine, tutti i mandala sono stati trasportati nel giardino della scuola e sono stati “dissolti”, uno per volta, e successivamente dispersi uno spazio comune. I bambini hanno partecipato con lo stesso entusiasmo mostrato durante la preparazione. Manifestando così, sia la capacità di concentrazione e di impegno necessari per realizzare un lavoro tanto articolato e complesso, sia la gioia di poter rinunciare a mantenerlo immutabile nel tempo, accettandone la trasformazione.
Al momento della “dissoluzione” del proprio mandala, i bambini sono stati inviati, a produrre mentalmente un pensiero di generosità e di altruismo, a sostegno dell’idea del cambiamento e di un progetto, sostenibile, di pace.
Le immagini che seguono sono relative alla dispersione e alla dissoluzione di alcuni dei 13 mandala.
Nel corso della cerimonia i bambini hanno mostrato, insieme, la luce di una festa e il rispetto di un rito. Come hanno testimoniato cinque piccole che, dopo la dissoluzione del loro mandala si sono messe in disparte, formando un cerchio, prima chine e poi sollevando in alto le braccia. Alla nostra curiosità hanno risposto, serissime: “Avevamo dimenticato il pensiero di pace” …
La dispersione dei mandala è avenuta di fronte alle bandiere di preghiera tibetane e alla bandiera del tibet. A sostegno etico di tutti gli abitanti della terra delle nevi. E che, simbolicamente, rappresentano tutte le persone i cui diritti vengono violati. In ogni parte del mondo. Anche quale auspicio di un “cambiamento possibile”. Ideale ben rappresentato dal commento di uno dei tanti disegni: “Tutte le guerre hanno una … fine“.
L’Aref è stata presente alla mostra di fine anno organizzata all’interno del Plesso Vallerano della Scuola “Maria Badaloni”. Una parte della mostra allestita dagli insegnanti è stata dedicata al Tibet. Nella stanza sono stati esposti tutti i poster delle tre classi con i disegni dei bambini, una grande bandiera del Tibet e altri poster sul Sostegno a Distanza.
Inoltre i bambini hanno realizzato 12 nuovi mandala “permanenti” che sono stati esposti nello stand della mostra.
I volontari dell’Aref hanno proiettato, a ciclo continuo, un video illustrativo delle attività svolte dai bambini nel corso di tutte le giornate precedenti. La mostra è stata visitata da genitori e dai bambini i quali hanno seguito con grande interesse ed entusiasmo la proiezione del filmato.
L’ultimo incontro è stato dedicato a un confronto con i bambini sull’attività nel suo complesso e si è concluso con una verifica sulle tematiche del Sostegno a Distanza e una sintesi dell’esperienza fatta. A ogni bambino è stato chiesto di scrivere una brevissima frase di commento sull’attività nel suo complesso (classe IV C; classe V A; classe V B).
Successivamente, a nome de La Gabbianella, è stato richiesto ad ogni bambino di scrivere una parola che rappresentasse il concetto di Sostegno a Distanza.
I bambini, suddivisi in tre gruppi per ciascuna delle tre classi, hanno scelto 5 parole per ciascuno dei gruppi. Le 15 parole prodotte da ciascuna delle tre classi sono state progressivamente selezionate all’interno della classe di pertinenza, fino ad arrivare alle seguenti 5 parola per ciascuna classe:
Classe IV C – Libertà, Altruismo, Solidarietà, beneficenza, Amore
Classe V A – Donazione; Famiglia; Generosità, Affetto; Sacrificio
Classe V B – Pace; Fratellanza; Libertà fra i popoli; Amore; Allegria.
Poi tutti i bambini sono stati riuniti nella sala della mostra e dalle 15 parole prescelte è stata fatta un’ulteriore selezione che ha portato a 5 parole definitive che hanno raccolto il massimo dei consensi: PACE; FRATELLANZA; LIBERTA’ FRA I POPOLI; FAMIGLIA; AMORE.
Al termine dell’incontro è stato reso disponibile il DVD, contenente il filmato di tutte le attività svolte, per gli insegnanti e per ciascuna delle persone interessate.
Possiamo trarre, a conclusione di queste giornate di lavoro – e di nostro grande impegno – una valutazione di sintesi davvero positiva. Sia per la ricchezza dell’esperienza fatta, sia per la serietà e premura degli insegnanti che, al di là del mandato istituzionale, hanno mostrato un’interesse e un entusiasmo davvero particolari. Sostenendo costantemente lo svolgersi di tutte le nostre attività e richiedendo, anche, una prosecuzione delle stesse nel successivo anno scolatico.
Ma il principale contributo è stato dato dai i bambini. Che ci hanno davvero arricchiti e coinvolti per la maturità e l’attenzione, per l’allegria, l’immediatezza e la profondità dei commenti. Per l’automatica disposizione a sposare il rispetto di “tutte” le minoranze, negando i pregiudizi. Per le emozioni che, senza riserve, hanno provato, messo in comune e trasmesso. Per il loro essere tanto piccoli e tanto grandi insieme. Minuscoli granelli di un simbolico mandala cui poter affidare le nostre migliori speranze di condivisione, di tolleranza e di Pace.
- Il Dirigente Scolastico dott. Lamberto Menenti
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gli insegnanti: Francesca Arduini, Anna Cipriano, Graziella Di Martino, Francesca Fondi, Gloria Gambellini, Maria Cristina Jannitti Piromallo, Lionello Tringali
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i bambini della Classe IV C: Attilio Barone, Nicoletta Bojanic, Riccardo Bruno, Fabrizio Cappiello, Erica Casciani, Simone D’Onofrio, Luigi De Angelis, Elettra De Franco, Simone D’Onofrio, Alessandro Evangelio, Lorenzo Infantino, Cristian La Monaca, Federico Liberanome, Martina Maresca, Andreas Mariz, Davide Mariz, Andrea Marrocco, Alì Mustafi, Massimo Pacioni, Giusy Pasquariello, Chiara Pelligra, Carlotta Ravieri, Francesco Ricci, Francesco Sciacovelli, Ionela Raluca Tibucanu, Alessio Zucchegna
- i bambini della classe V A: Luca Agolini, Noemi Andreucci, Dalila Belmonte, Noemi Bencivenga, Gianluca Bisegna, Alessia Cadeddu, Daniele Cambi, Valentina Colantuono, Valerio Giovannini, Sabrina Magnani, Michela Maravigna, Alessio Pascale, Ottavia Petrone, Alessandra Quagliarella, Paolo Santilli, Francesco Talanas, Francesca Tuzi, Noemi Zappa, Barbara Zarzana
- i bambini della classe V B: Luca Cammarota, Valentina Cavani, Fabio Massimo Celano, Riccardo D’Alessio, Chiara De Novellis, Alessio Di Stefano, Alessia Gliottone, Federico Marè, Stefano Melina, Adriano Mollicone, Albrim Mustafi, Sara Muzzioli, Martina Nobili, Emil Orlando, Ludovica Padovani, Chiara Pagnini, Alessandro Petrone, Marta Piancastelli, Giulia Pino, Riccardo Pinto, Francesca Ruggeri, Elia Santodonato, Scocchera Edoardo, Alina Taran, Simone Vitocolonna
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i volontari dell’AREF: Vittoria Manolio, Giusy Rosamondo, Damiano Laterza, Alessandro Battista
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L’Associazione “La Gabbianella”, in particolare nelle persone di Lia Mele e Paola Moghetti
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L’Associazione Italia Tibet.