Repressione Tibet | AREF International
La repressione in Tibet e le politiche speciali Cinesi
In Cina, l’Ufficio Propaganda è una delle strutture più potenti e rilevanti in seno al Comitato Centrale del PCC. La repressione in Tibet e l’opera di questo ufficio sono strettamente collegate ed evidenti in quanto si manifestano in un costante lavoro di persuasione e di censura, rendendo vana ogni forma di contestazione dello status quo e con la continua esaltazione delle politiche attuate dalla classe dirigente del Partito. L’osservatorio del Human Rights Watch riporta con una precisa analisi l’impiego massiccio di parole e frasi chiave studiate per generare enfasi nel momento della comunicazione attraverso ogni media ufficiale delle novità riguardanti accorgimenti di natura politica e amministrativa. Queste formule scritte e predisposte a tavolino vengono usate anche verbalmente negli incontri e nei comizi, oppure alla radio o in TV e sono puntualmente ripetute sotto forma di slogan all’interno dei comunicati, che hanno il sapore di un vecchio vocabolario totalitarista. Alcuni esempi: “reti nel cielo, trappole a terra”, “ogni villaggio una fortezza, ognuno una sentinella” …
Le politiche speciali cinesi nella TAR (Regione autonoma del Tibet)
Attualmente la repressione in Tibet viene attuata con politiche di sicurezza tendenti al mantenimento della Stabilità. A tal fine esistono diversi meccanismi predisposti del territorio tibetano quali:
- Una griglia di controllo delle zone abitate divisa in unità di circa un ettaro.
- Un sistema di negoziazione dei problemi sul lavoro
- Una gestione controllata delle organizzazioni sociali
- Tecnologia avanzata ed internet per il controllo dell’opinione
Queste misure sono state rafforzate e finanziate più direttamente a partire dal 2007. Altri meccanismi, per altro presenti in tutta la Cina, sono stati introdotti a partire dal 2011:
- Staff e/o quadri cinesi presenti in modo permanente in ogni Istituzione religiosa
- Presenza costante di dirigenti e squadre cinesi in ogni villaggio per il mantenimento della sicurezza e del processo educativo
- Il sistema della griglia per isolare e controllare ogni gruppo di abitazioni
- Posti di polizia situati in crocevia strategici
- Divisione della società in gruppi dai 5 ai 10 proprietari di case con un capogruppo responsabile e incaricato di supervisionare le condizioni economiche e le attività politiche dei sottostanti di sua competenza
AREF International da sempre si pone come obiettivo quello di garantire il rispetto dei diritti civili, politici e umani in Tibet e per questo ha bisogno dell’aiuto e della partecipazione di tutti. Si può donare il proprio 5X1000 ad AREF senza nessun esborso economico.
Fonte: www.hrw.org