Pechino 2022, Global Day of Action: video e foto del sit-in a Roma
Lo scorso 23 giugno, in occasione del Global Day of Action, in 50 città in tutto il mondo, sono state registrate mobilitazioni – promosse e con il coordinamento di ITN (International Tibet Network) – per chiedere lo stop e il boicottaggio dei Giochi di Pechino 2022.
A Roma una delegazione umanitaria formata da Aref International Onlus, Associazione Italia Tibet, Comunità Tibetana in Italia, Associazione Donne Tibetane in Italia e Heritage of Tibet ha raggiunto la sede del CONI per consegnare una dichiarazione congiunta internazionale con la quale si chiede il ritiro degli atleti dalle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali.
La petizione è stata firmata da: ADHI, Associazione di promozione Sociale; Ass. Giamse’ Jhien Pen Onlus; Ass. La casa del Tibet Roma; Ass. Tso Pema non-profit; Associazione Nodo Infinito; Centro Milarepa; Istituto Ghe Pel Ling; Istituto Lama Tsong Khapa; Istituto Samantabhadra; La casa del Tibet Onlus; Società Libera; Spirito del Tibet.
Pechino 2022: cos’è successo a Roma?
“Chiediamo il rispetto dei diritti umani in Cina e la difesa di tutte le minoranze etniche perseguitate”: possiamo riassumere le motivazioni del sit-in andato in scena qualche giorno fa fuori gli uffici del CONI, a Roma. Attraverso questa azione di protesta, le varie associazioni promotrici dell’iniziativa hanno ribadito la necessità di tornare su una tematica che, da Pechino 2008, ha registrato sviluppi atroci.
Nyima Dhondup, referente della Comunità Tibetana in Italia, ha voluto ricordare proprio quell’anno con alcuni dati: “Solamente nel 2008 in Tibet hanno ucciso più di 400 tibetani, sono stati arrestati più di 5600 tibetani, sono stati imprigionati o sono spariti più di 2500 e 157 giovani tibetani si sono autoimmolati”.
Marilia Bellaterra, presidente di Aref International Onlus, ha voluto aggiungere che questa battaglia riguarda sì il Tibet, ma anche tutti gli altri popoli che sono “soppressi iniquamente all’interno e al di fuori della Repubblica Popolare Cinese: mi riferisco agli uiguri, agli hongkongers, ai tawanesi e a qualunque altra minoranza etnica che corra il rischio gravissimo di essere sopraffatta e cancellata da parte di un governo che ha mostrato finora di avere rispetto per i diritti umani pari a zero“.
Successivamente, i presenti hanno chiesto udienza agli uffici del CONI, ma non sono stati ricevuti per via dei tempi e delle restringenti misure contro il contagio da Covid. Tuttavia, la delegazione è riuscita a consegnare il documento all’ufficio di protocollo preposto. “Abbiamo comunque informato che la lettera e la petizione saranno diffuse e ne verrà data notizia”, ha specificato Bellaterra. Ora si attende una risposta dal CONI.
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Articolo di Angelo Andrea Vegliante