La Cina vieta la lingua tibetana nelle scuole del Sichuan
La Cina ha vietato l’insegnamento e l’utilizzo della lingua tibetana nelle scuole elementari e medie in due regioni popolate da tibetani nel sud-ovest del Paese.
In precedenza nelle scuole statali di queste regioni le materie venivano insegnate in lingua tibetana, mentre il mandarino era insegnato con un corso di lingua. Adesso il governo cinese ha reso obbligatorio l’insegnamento di tutte le materie in mandarino, ufficialmente con l’obiettivo di migliorare l’educazione. In realtà questa decisione fa parte di un più ampio programma di “sinizzazione” che ha limitato anche l’espressione di lingua e cultura degli Uiguri e di altre minoranze in Cina.
“Con il pretesto del programma governativo la Cina sta provando a spazzare via completamente la lingua tibetana”, riporta un testimone che preferisce rimanere anonimo per la propria sicurezza, “l’uso da parte della Cina di soft atrocities, al posto di misure forzate, sta portando a un completo annientamento dell’educazione e della società tibetana, senza possibilità di ripresa”.
In una scuola locale, a seguito del divieto di insegnare in lingua tibetana, ai docenti è stato detto di trasferirsi in qualche altra regione in cui è ancora permesso usare il tibetano nell’istruzione e ai genitori degli studenti, non informati del cambiamento dall’amministrazione scolastica, la notizia è stata data dagli insegnanti stessi. Nella Prefettura Autonoma Tibetana di Ngaba, il risentimento della popolazione e degli educatori riguardo un piano del 2020 di cambiare la lingua d’istruzione da tibetano a mandarino nelle scuole elementari e medie si è trasformato in una grande protesta, che ha portato alla sospensione del programma.
Qui l’articolo completo pubblicato da RFA Tibetan il 17 ottobre 2023