Arrestato Tashi Wangchuk, ex attivista e prigioniero politico
Il 17 ottobre è stato arrestato e percosso dalla polizia Tashi Wangchuk, difensore del diritto dei tibetani a parlare la propria lingua.
Tashi Wangchuk era stato arrestato nel 2016 a seguito della pubblicazione di un articolo in cui “esprimeva il timore dell’annientamento della cultura tibetana attuato dal governo cinese attraverso la progressiva riduzione e deterioramento della lingua scritta e parlata” e condannato nel 2018 a quattro anni di carcere per “incitamento al separatismo”. La condanna era stata definita “un travisamento della giustizia”, in quanto nel suo articolo Tashi Wangchuk si appellava a quanto previsto dalla Costituzione cinese in materia dei diritti delle minoranze.
Uscito dalla prigione aveva aperto un autolavaggio a Yushu City, ma chiesta la licenza, in conformità con quanto previsto dalla normativa locale, la sua domanda era stata rifiutata. L’accaduto è stato pubblicato in un video sul suo account WeChat e per questo Tashi è stato trattenuto per tre giorni, durante i quali è stato interrogato e picchiato dal capo della polizia locale.
Ha dichiarato Tashi Wangchuk: “Non posso accettare di essere accusato di crimine contro lo stato per avere postato un video su WeChat perché ho diritto alla libertà di parola”.
Qui l’articolo completo pubblicato dall’Associazione Italia-Tibet il 25 ottobre 2023