Gli USA hanno formalmente accusato la Cina del genocidio degli uiguri
Il 30 marzo 2021 gli Stati Uniti d’America hanno accusato ufficialmente la Cina di aver perpetrato “un genocidio” nei confronti degli uiguri, una minoranza etnica presente nello Xinjiang. L’accusa è contenuta in un rapporto sui diritti umani del dipartimento di Stato americano, che cita anche il caso Hong Kong.
Genocidio uiguri: cosa dice il rapporto americano
L’amministrazione Joe Biden lancia un forte allarme contro Xi Jinping, dopo le diverse sanzioni emanate (e coordinate con Unione Europea, Regno Unito e Canada) proprio contro la Cina per le violazioni dei diritti umani.
Come si può leggere all’interno del 45esimo Country Reports on Human Rights Practices, il Segretario di Stato Antony J. Blinken spiega che “alcuni governi hanno utilizzato la crisi come pretesto per limitare i diritti e consolidare il governo autoritario”. Blinken enfatizza ampiamente l’importanza di difendere i diritti umani, poiché “la sua privazione può causare lo sfilacciamento del tessuto più ampio di una società”.
Parlando più strettamente del caso della Cina, il Segretario di Stato racconta che “troppe persone hanno continuato a soffrire in condizioni brutali nel 2020. In Cina, le autorità governative hanno commesso genocidi contro gli uiguri, che sono prevalentemente musulmani, e crimini contro l’umanità tra cui imprigionamento, tortura, sterilizzazione forzata e persecuzione contro uiguri e membri di altre religioni ed etnie gruppi di minoranza.”
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Rapporto USA, citato anche il caso Hong Kong
Ma non solo il genocidio degli uiguri. Nel testo americano, infatti, trova spazio anche il caso di Hong Kong, attualmente colpita dalla legge sulla sicurezza nazionale che sta minando la libertà di numerosi attivisti e politici favorevoli alla democrazia. “Nonostante i potenziali rischi per la loro salute o minacce di arresto o altre ripercussioni – si legge -, le persone in tutto il mondo hanno chiesto che i governi rispettino i loro diritti umani e la loro dignità intrinseca. Da Hong Kong alla Bielorussia, dalla Nigeria al Venezuela, le persone si sono radunate per le strade. Hanno chiesto la protezione da parte del governo dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali, garanzie per elezioni libere ed eque e la fine della discriminazione”.
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Articolo di Angelo Andrea Vegliante