Cosa è andato a fare Di Maio al “China International Import Expo”?
Qualche giorno fa, il vicepremier e il ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio è volato a Shangai per il “China International Import Expo“. La fiera internazionale, voluta dal leader politico cinese Xi Jinping (chiamato erroneamente “Ping” da Di Maio), durata fino al 10 novembre, ha sottolineato non solo la forza commerciale estera del governo cinese, ma anche la promessa di importare dal mondo 40 mila miliardi di dollari di merci e servizi nei prossimi 15 anni.
Di Maio: “Accordi con la Cina? Contenti di essere l’unico Paese del G7”
“Il nuovo governo italiano ritiene che il rapporto con la Cina sia fondamentale – ha dichiarato il vicepremier -. Per noi è molto importante chiarire che siamo contenti di essere l’unico paese del G7 ad aver portato avanti fino a questo punto i negoziati, qualora si potrà discutere nei prossimi mesi con il governo cinese alcune questioni della via della Seta (Belt and Road Iniziative, ndr), che per noi sono dirimenti“.
L’idea è fare “in modo che quella (La via della Seta, ndr) possa essere anche l’occasione per tanti investitori cinesi di conoscere ulteriormente le bellezze italiane e la qualità delle cose ben fatte del nostro made in Italy e per pensare a nuovi investimenti“. Si progetta di firmare “l’accordo al centro del Mediterraneo, in Sicilia, che rappresenta uno dei terminali naturali, oltre ad altri porti del nord Italia, della Via della Seta“. Dichiarazioni che vanno un po’ in controtendenza alle direttive europee, ancora restie ad aprire completamente le porte alla Cina.
Inoltre, il ministro è andato in Cina anche per chiudere alcuni dossier commerciali (adesso, arance e limoni potranno arrivare dall’Italia nella nazione asiatica in aereo) e per tenere un discorso nel forum dedicato a Commercio e Innovazione. Infine, Di Maio ha annunciato che le imprese del Bel paese che introdurranno la figura dell'”innovation manager“, riceveranno dallo Stato uno sgravo fiscale di 40 mila euro.
Italia, Cina e… Stati Uniti
Non sono comunque mancate le critiche di fronte la scelta del capogruppo del Movimento 5 Stelle di ampliare i rapporti commerciali con la Repubblica comunista cinese. In particolar modo, al centro delle polemiche è stata evidenziata l’esigenza di rispettare la relazione tra Italia e Stati Uniti. In passato, più volte, il premier Giuseppe Conte ha assicurato al presidente americano Donald Trump la reciproca fiducia tra le due nazioni, ma questa doppia strada calcata dalla politica gialloverde ha fatto storcere il naso a diverse persone. Anche se qualcosa potrebbe cambiare, visto che, in occasione del G20 in Argentina di fine novembre, Trump e Xi Jinping potrebbero incontrarsi privatamente per discutere un possibile disgelo commerciale.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante