Istituti Confucio nel Mondo| AREF International
Il ruolo nel mondo degli Istituti Confucio
H2: La Cina è attualmente la seconda potenza mondiale in termini economici e quindi di PIL. Dietro solo agli Stati Uniti. Alcuni osservatori prevedono che la potenza asiatica possa in futuro superare gli USA e collocarsi come leader mondiale e punto di riferimento economico. Gli Istituti Confucio sono stato creati per preparare la comunità internazionale ad accogliere la costante crescita cinese e la sua escalation, fornendo una base in ogni Paese ospitante che dia un’immagine della Cina positiva e collaborativa. Ciascuno degli Istituti Confucio dipende ed è finanziato dall’Hanban che a sua volta è gestito direttamente da organismi facenti capo al PCC cinese. A differenza degli analoghi Goethe Institut, British Council o Alliance Française non sono quindi autonomi e, alla luce dei fatti, non si limitano a divulgare la storia, la cultura e la lingua cinesi in maniera filantropica e disinteressata, ma seguono programmi e iniziative gestiti dal vertice del Partito.
Le attività degli Istituti Confucio e la censura sul Tibet
Un segnale evidente in tal senso è il rapporto fra gli Istituti Confucio e le sedi internazionali ospitanti. Risulta che tali organismi finanzino in maniera evidente con spese milionarie le Università in cui hanno sede o trovino spazio anche per le Classi Confucio. Un esempio sono i 4.000.000 di dollari iniziali erogati in favore dell’Università di Stanford. Queste partecipazioni economiche negli atenei di tutto il mondo comportano spesso una censura e un controllo su temi riguardanti la Cina come i diritti umani, il Tibet, il Dalai Lama e Taiwan. In questo modo, nei centri culturali di formazione ospitanti, vengono spesso trascurate argomentazioni legate a tali questioni.
Gli Istituti Confucio, sulla base dei dati disponibili nel 2014 sono 465, presenti in 123 diversi Paesi, mentre le Classi Confucio sono 713.
Già da diversi anni, molti enti e associazioni legate al mondo universitario stanno dando battaglia contro questa prassi adottata dai cinesi che ha trovato il proprio culmine nell’incidente di Braga del 2014. Durante il convegno biennale della European Association for Chinese Studies, il vice ministro dell’educazione cinese, direttrice dell’Hanban, ha censurato, strappando le pagine di 300 copie del programma da consegnare ai partecipanti, studiosi di tutto il mondo, in quanto lesive dell’immagine della Cina.
AREF International si pone come associazione per la tutela dei diritti umani, del Tibet e del governo tibetano in esilio ed ha bisogno di aiuto per sostenere la sua attività di supporto internazionale in queste ed altre campagne a favore della sensibilizzazione verso il popolo tibetano. Al fine di contrastare la censura ed evitare il progressivo disinteresse verso la questione del Tibet, si può donare il proprio 5X1000 2017 a favore di AREF o contribuire nel modo che si preferisca.
Fonti: Il Manifesto e Rivista Thais n. 02 del 28/04/2016