Coronavirus Fase 2: cosa succederà? Servirà la responsabilità di tutti
Ci siamo, la Fase 2 del Coronavirus sta per entrare nel vivo. L’importante, però, è continuare a non prendere sottogamba alcuna misura restrittiva, in quanto il pericolo di un nuovo contagio è dietro l’angolo.
Lo ha ribadito anche il premier Conte, ieri (21 aprile 2020), in Senato: “È uno dei passaggi più sensibili e complessi. Un’avventatezza in questa fase può compromettere tutti i sacrifici che i cittadini con responsabilità e disciplina hanno affrontato fino a qui”.
Esattamente, cosa ci dobbiamo aspettare? Quando inizierà ufficialmente la Fase 2? Cosa potranno fare le famiglie?
Cos’è la Fase 2 del Coronavirus?
La definizione di Fase 2 del Coronavirus l’aveva data tempo fa Conte in uno dei suoi interventi all’Italia: si tratta di un passaggio cruciale, durante il quale sperimenteremo la “convivenza con il virus”. Cosa significa? Che non si tratta di una fase di normalizzazione delle nostre vite. Perciò, bisognerà promuovere cautela e non lasciarsi andare a facili trasgressioni.
Quando inizierà la Fase 2 del Coronavirus?
Probabilmente, si comincerà a vedere questa fase a partire dal 4 maggio 2020, data ultima del lockdown imposta dall’ultimo Dpcm. Ciò, però, non significa che avremo una riapertura totale o si potrà tranquillamente tornare in strada. Prima di tutto, servirà “mantenere e far rispettare il distanziamento sociale, promuovere l’utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non sarà disponibile un vaccino” (Open e Il Messaggero).
Grazie anche all’aiuto di una task force istituita per accompagnare l’Italia alla Fase 2 del Coronavirus, Conte spera di mettere in atto un “programma di progressiva riapertura che sia omogeneo su base nazionale”, con la ripresa di alcune attività produttive e commerciali. Tenendo conto, però, delle “peculiarità territoriali”. Insomma, le regioni italiane non riapriranno tutte allo stesso modo.
Coronavirus Fase 2: e le famiglie?
Oltre alle imprese, il comportamento dei cittadini e delle famiglie sarà decisivo per riottenere la normalità delle nostre vite. Perciò, in questa fase, si potrà tornare per strada, al mare, dai propri parenti? Non proprio. Come spiega l’edizione cartacea del Corriere della Sera, di martedì 21 aprile 2020, cittadini e famiglie saranno chiamati nuovamente alla responsabilità comune.
Di fatto, se oggi la curva dei contagi si sta abbassando, è proprio grazie all’acquisizione di comportamenti non avventati. Dunque, dal 4 maggio 2020 qualcosa sarà permesso, ma non bisognerà abbassare l’attenzione per nessun motivo al mondo.
Cosa si potrà fare?
Sostanzialmente, potrebbe restare in vigore l’imposizione di restare a casa a meno di necessità urgenti e comprovate che ne obbligano l’uscita. Altresì, però, le prime indiscrezioni (diffuse dal Corriere della Sera) dicono che sarà permesso uscire per fare una passeggiare, purché da soli o al massimo in due nel caso in cui non si è conviventi. Il divieto di assembramento resterà.
Inoltre, si potrà andare a trovare i propri familiari, ma servirà essere muniti di mascherina e guanti, soprattutto se sarà impossibile restare a un metro di distanza.
Per quanto riguarda bar e ristoranti, riapriranno solo chi sarà messo in totale sicurezza: personale con mascherine e guanti, distanziamento sociale tra i commensali e, forse, installazione di divisori ai tavoli.
Insomma, una serie di misure che dipenderanno attivamente dal comportamento dei cittadini. Siamo di fronte a disposizioni che non potranno mai essere efficaci senza un marcata attenzione da parte di tutti. Arrivare questa fase non significa essere usciti dal pericolo del nuovo virus, bensì imparare ad abituarsi ad esso. Un eccesso di spavalderia potrebbe costarci caro.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante