Nuova Via della Seta: Conte rassicura l’Unione Europea, nonostante le ampie preoccupazioni finanziarie
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato alla Camera per rasserenare gli animi riguardo agli accordi commerciali tra Italia e Cina per la Nuova Via della Seta. E lo ha fatto lo scorso 19 marzo, in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo 2019. “L’attenzione economico-commerciale è pienamente legittima – ha sottolineato Conte, come riporta Il Fatto Quotidiano -. Ed è giustificata proprio alla luce dei nostri interessi nazionali”. L’obiettivo sarebbe quello di “potenziare il nostro export verso un mercato di enormi dimensioni”.
Conte: siamo in linea con la strategia dell’Europa
Già nel settembre scorso un possibile accordo commerciale tra i due paesi era stato criticato fortemente dall’Unione Europea. In quei giorni, le rassicurazioni arrivarono dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria, dal Ministro per gli Affari Europei Paolo Savona e dal sottosegretario allo sviluppo economico Michele Geraci. Ma quest’ultimo, nel sottolineare l’importanza dell’adesione alla Belt and Road Initiative (BRI), si era lasciato andare a dichiarazioni non proprio eurocentriche: “Abbiamo 28 diverse economie con 28 interessi diversi”.
Oggi, invece, ci pensa Conte a mitigare gli animi, chiarendo che il Memorandum d’intesa con la Cina “non è un accordo internazionale e non crea vincoli giuridici”. Specificando, inoltre, che si tratta di un’intesa “pienamente in linea con la strategia dell’Ue”, di natura “squisitamente economico-commerciale” e che “non mette minimamente in discussione la nostra collocazione euro-atlantica”.
Il rischio della Nuova Via della Seta è ampiamente documentato
Nonostante quanto asserito dal premier Conte, i dubbi restano. Non soltanto perché la scelta di aprire le proprie rotte commerciali alla Belt and Road Initiative porterà qualche squilibrio all’interno dell’Unione Europea, ma anche perché si preannunciano problemi finanziari all’orizzonte. Come accaduto per Sri Lanka e Gibuti, le cui economie sono diventante così fragili da essere quasi completamente in mano al debito cinese.
E intanto arriva Xi Jinping, tra le preoccupazioni della Lega
Il presidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jinping sarà a brevissimo in Italia. Dal 21 al 24 marzo, infatti, il Segretario generale visiterà il Bel paese, precisamente Roma e Palermo, per incontrare alcune delle cariche istituzionali più importanti: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Casellati e lo stesso premier Conte.
Un punto in agenda che ha sollevato numerose preoccupazioni dalla parte verde del governo, raccogliendo i mugugni degli Stati Uniti d’America. In particolare, il partito di Salvini vuole più controllo e attenzione sul progetto 5G che Xi Jinping discuterà nei prossimi giorni con l’Italia. Tant’è che è stato invocato anche il golden power. Per ora, non resta che aspettare l’esito delle prossime giornate.
Articolo di Angelo Andrea Vegliante